Riaprono le torri di Fraele!

Fontamentale, per la buona riuscita delle ricerche, l’apporto documentario e conoscitivo fornito dal Centro Studi Storici Alta Valtellina


Dopo decenni di chiusura, un po’ per ristrutturazioni, un po’ per preservarle dal degrado che le aveva avvolte sino all’inizio degli anni Novanta, la torre ovest ha ripreso vita grazie a un progetto portato avanti dal Parco Nazionale dello Stelvio e condiviso con una pluralità di soggetti istituzionali ed associativi, ciascuno dei quali ha fornito le competenze e le professionalità necessarie alla valorizzazione del sito di interesse storico.

Ed è ancora la Valdidentro ad essere protagonista con il prosieguo degli studi avviati già qualche anno fa da Ersaf-Parco Nazionale dello Stelvio con il contributo della Soprintendenza e del BIM dello Spol, oltre che con supporto dell’Università di Bergamo e la collaborazione fondamentale del Centro Studi Storici Alta Valtellina, che ha messo a disposizione i risultati delle ricerche condotte nel corso di 25 anni di attività sui documenti dell’archivio storico dell’ex Contado; studi che hanno portato lo scorso anno alla riscoperta dell’antica chiesa di San Giacomo di Fraele, con i suoi affreschi e la sua pianta architettonica, e – oggi – alla musealizzazione della prima torre di Fraele.

«Questo territorio – afferma Stefano Morosini – possiede un patrimonio storico di valore elevatissimo, che possiamo valorizzare e studiare grazie alla ricchezza degli archivi documentari. Dopo i sondaggi e le ricerche effettuate sulle torri di Fraele, con i risultati che hanno confermato la loro antica origine (la datazione delle travi di legno combacia perfettamente con quanto riportato dai documenti, si veda a tale proposito l’articolo qui pubblicato https://www.altarezianews.it/index.php/2023/08/torna-splendere-la-storia-della-val-fraele), possiamo oggi fare un altro passo avanti ed aprirle al pubblico con un allestimento leggero ed essenziale, ma che vuole trasmettere la complessità del lavoro che vi sta a monte».

Anche il professor Abodati, dell’università di Bergamo, riconosce la bontà del progetto che «va nella direzione giusta di una rinnovata attenzione alla centralità dei territori montani».

La torre ovest è attualmente costituita da un piano terra e due piani superiori (in origine erano quattro, con il quarto piano era aperto con terrazza e merlatura); all’interno sono stati appesi alcuni grandi pannelli che spiegano in modo semplice la storia delle torri inserite nel contesto della Magnifica Terra; pannelli che sono trilingue (perché l’Alta Valle è un territorio con una forte vocazione turistica) e che possono essere tolti e rimessi a piacimento, senza costituire un arredo vincolante. All’ultimo piano, inoltre, si può visionare un breve video che simula la vita quotidiana all’ombra delle torri di Fraele.

La torre ovest resterà aperta e visitabile al pubblico fino al 1° settembre 2024, con orario 8:00-12:00. Ogni lunedì fino al 26 agosto saranno previste due visite guidate con inizio alle ore 16:00 e alle ore 17:00 (prenotazione presso la Pro Loco Valdidentro). L’ingresso è libero.

Il progetto di studio e di ricerca è stato condotto a cura di Ersaf-Parco Nazionale dello Stelvio con il contributo della Soprintendenza e del BIM dello Spol, oltre che con la partecipazione dell’Università di Bergamo, dell’Università di Bologna, dell’Università dell’Insubria, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e con il supporto di Fondazione AEM – Gruppo A2A. Fondamentale anche la collaborazione con il Centro Studi Storici Alta Valtellina, che ha messo a disposizione i risultati delle ricerche condotte nel corso di 25 anni di attività sui documenti dell’archivio storico dell’ex Contado.

Anna

-+=