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Bollettino n. 24/2021 - recensione
È un Bollettino ricco di temi attuali, quello appena uscito per opera del Centro Studi Storici Alta Valtellina (CSSAV); il volume n. 24, infatti, con cui si chiude l’anno 2021, intrattiene i lettori con alcuni argomenti che potrebbero benissimo trovar posto nelle cronache di oggi, come quello di Lorenza Fumagalli sulla nascita e la sopravvivenza del Luogo Pio Ospitaliero (antenato dell’ospedale mandamentale di Bormio), o quello di Cristina Pedrana sugli approfonditi studi condotti dal bormino Picci sopra il poema di Dante Alighieri (di cui nel 2021 è stato celebrato il 700° anno dalla sua morte) o ancora quello di Daniela Valzer sulla solidarietà cristiana che in tempo di guerra si è dispiegata con il Comitato di Assistenza Civile: una solidarietà quanto mai necessaria anche in questi tempi di drammatica emergenza umanitaria.
Ma non sono meno interessanti tutti gli altri articoli che corredano l’opera annuale del CSSAV, che come di consueto spaziano in modo eterogeneo a toccare contenuti di interesse universale.
Gabriele Salvadori rispolvera l’epoca d’oro in cui l’università di Padova accoglieva gli studenti bormini per formarne la futura classe dirigente: nell’ambito degli accordi che furono stretti con la Serenissima, infatti, si era stabilito che n. 6 giovani del Contado potessero accedere al prestigioso ateneo per condurvi gli studi: l’appendice finale ne elenca i nominativi dal 1505 al 1775.
Assai gettonata in questo numero è la zona paesaggistica di Cancano: vi dedicano due contributi Erasmo Schivalocchi e Ilario Silvestri. Il primo ripercorre la figura carismatica di padre Giuseppe Oldrati, detto “frà di Cancan”, che tanto si prodigò per gli operai del cantiere AEM da Grosio sino a Livigno, non solo per la loro assistenza spirituale, ma anche per dispensare ai lavoratori aiuti materiali e conforti più terreni che li rasserenassero nelle ore libere; il secondo si tuffa nella storia della val Fraele toccandone diversi temi, dalla strada imperiale alla casa cantoniera, dalla siderurgia ai maggenghi, dalla chiesa di S. Giacomo ai riti e credenze religiose sino alle radicali trasformazioni imposte dall’attività idroelettrica, il tutto accompagnato da un poderoso apparato fotografico che lo impreziosisce, anche grazie ai numerosi inediti.
Con Gloria Camesasca, Marco Sampietro e Anna Lanfranchi vengono omaggiate 3 figure che – a modo loro – seppero lasciare una singolare e vivace traccia di sé e del loro operato. Il poliedrico arciprete Tommaso Valenti ci viene raccontato dalla Camesasca attraverso un intenso panegirico composto per le esequie del rimpianto canonico don Mario Triaca; il giurista Alberto De Simoni viene indagato da M. Sampietro attraverso una curiosa “Sonettade”, composizione poetica burlesca di un autore tanto misterioso quanto ferrato sulle vicende dell’epoca, che avevano attirato sul celebre giurista parecchie preoccupazioni e angustie; dalle alture dello Stelvio, invece, emerge il ritratto di un allegorico “orso”, dietro al quale si nascondeva il critico letterario milanese Felice Cameroni, che nella solitudine alpestre della IV cantoniera trascorse vent’anni di vacanze estive.
Costantino De Monti, esploratore di contrade e frazioni di Valdisotto, si immerge con la sua apprezzata dedizione nell’area di Saléit, ricostruendone le linee abitative e costruttive con il suo reticolo di famiglie e di attività, molte delle quali sono ormai scomparse. Anche don Mario Simonelli riporta alla luce vestigia del passato con un breve scritto incentrato sugli ultimi studi condotti intorno alla produzione archeologica tellina, in particolare la stele “Piombarda” e quelle chiamate “Caven 1” e “Caven 2”. Di notevole gusto, infine, il ritratto che il prof. Leo Schena ci regala su Nanni Svampa, il “cantore della milanesità”, in una versione del tutto inedita quale amico e compagno di avventure dell’autore sin dagli anni bocconiani; un Nanni non solo goliardico, come sovente viene etichettato per quel folgorante umorismo che l’ha reso famoso nel mondo del cabaret, ma un uomo di straordinaria cultura (mai sfoggiata) e un profondo estimatore del francese Georges Brassens, il maestro della canzone d’autore.
Anna