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Bollettino n. 6/2003
Il prelevamento e l’utilizzo degli articoli qui sotto disponibili è vincolato alla citazione delle fonti: nome dell’autore ed estremi del Bollettino (anno/numero)
INDICE
Dedica a Mario Testorelli
Sara Compagnoni, Mario Testorelli, una vita per la sua gente
Il maestro Mario Testorelli ha dedicato gran parte della sua vita a raccogliere materiale destinato al “suo” Museo Vallivo di Valfurva, rendendolo un punto fondamentale e imprescindibile per gli studi etnografici. Oltre al museo, ha curato numerose pubblicazioni, ha creato un consistente archivio fotografico, ha ricercato e prodotto filmati che documentano la faticosa vita dei contadini di Valfurva. Sara Compagnoni traccia una sintesi biografica, descrivendo le numerose passioni di Mario Testorelli: la scuola, l’alpinismo, la banda, il museo, il Centro Studi Alpini.
Gabriele Antonioli, Valgrosina arcaica. Dal lessico alla toponomastica per giungere alle più antiche attestazioni documentarie
I segni su una pietra di una costruzione in Val di Sacco, laterale alla Valgrosina, sono lo spunto di partenza di questo articolo e dei tre successivi. Bizzarria della natura o iscrizione in alfabeto norditalico? Gabriele Antonioli non entra nel merito, ma propone una spigolatura di termini arcaici prelatini, ancora vivi nei dialetti e nella toponomastica valtellinese che attestano lo stanziamento in valle di popolazioni in epoche assai remote.
Alessandro Morandi, Nuove prospettive per le lingue preromane della cerchia alpina
Alessandro Morandi, etruscologo e docente di lingue dell’Italia pre-romana, propone la relazione di una conferenza tenuta a Grosio nel 2003. La sua analisi riguarda tutto l’arco alpino e lo studio delle lingue che vi si parlavano, in base a iscrizioni lapidee.
Remo Bracchi, Nuova ipotesi sull’etimologia di Sacco
Remo Bracchi tratta invece dell’etimologia del toponimo Sacco, che non designa soltanto una valle laterale alla Val Grosina, ma lo stesso ricompare qua e là in tutta la provincia e anche nel Trentino.
Mario Simonelli, Tracce arcaiche in Val de Sach (Valgrosina)
Non solo la pietra con la presunta iscrizione, ma in Val di Sacco sono presenti anche massi incisi e coppellati che Mario Simonelli descrive con documentazione fotografica.
Stefano Zazzi, Il Kuèrc’ di Bormio: origini e vicende di una singolare architettura
Stefano Zazzi ci offre un’ampia retrospettiva dell’elemento architettonico che più di tutti contraddistingue Bormio. Il Kuèrc’ dove avvenivano le adunanze e si amministrava la giustizia. Il Kuerc’ venne fu vittima dell’incendio del 1855 che ne distrusse l’intera copertura. Accanto a questa costruzione c’era uno spazio sul quale sorgeva la berlina.
Ilario Silvestri, La “fondatione della schola de figliuoli nell’honorata vicinanza di Pedenosso”
Diritto allo studio ante litteram la vicenda dell’istituzione nel Settecento di una scuola a Pedenosso. Ilario Silvestri, oltre al necessario inquadramento storico, propone la trascrizione dei relativi documenti.
Ornella Holzknecht, Scritti di Gervasio Sosio da Semogo – Valdidentro
Le memorie di Gervasio Sosio, un anziano di Semogo, trascritte dalla nipote Ornella Holzknecht. La cronaca di un paese, con la descrizione delle condizioni di vita, le attività agricole, l’architettura, la descrizione dei luoghi, le iniziative, fatti e curiosità.
Gianluigi Garbellini, La chiesa dei santi Pietro e Marcellino di Piatta di Valdisotto
Gianluigi Garbellini descrive la chiesa posta in situazione panoramica sopra l’abitato di Piatta, dedicata ai santi Pietro e Marcellino. Un edificio sacro ricco di storia e, al suo interno, di pregevoli affreschi.
Graziella Pini, Dario Cossi, Le processioni a Sondalo (tra il 1935 e il 1950)
Le processioni a Sondalo sono l’argomento trattato da Graziella Pini e Dario Cossi, quando erano ancora vissute con fede e sacrificio dai parrocchiani, quando erano ancora presenti le confraternite maschili e femminili, quando ancora – durante le rogazioni – si invocava l’aiuto divino per garantirsi buoni raccolti.
Emanuele Mambretti, Un particolare salume del livignasco: li lughènia da pàsola
A Livigno ancora adesso qualcuno confeziona le particolari salsicce con le rape, dette lughènia da pàsola. Emanuele Mambretti descrive con minuzia di particolari non solo le salsicce e le modalità di produzione, ma anche la semina e la coltivazione delle rape (pàsola), che, prima dell’avvento delle patate, costituivano uno degli alimenti principali della gente di montagna.
Giorgio Marrapodi, Can(e)vàl ‘striscia di fieno tagliato’: una nuova proposta etimologica
In Valtellina l’andana di fieno è generalmente detta canvàl o canevàl. Giorgio Marrapodi propone un aggiornamento etimologico di questo particolare termine.
Giuseppe Cola, Massi coppellati in Valfurva. La casuale scoperta di alcune coppelle ad oltre 2600 m slm. lungo le pendici sud-ovest del Monte Confinale
Anche la Valfurva riserva sorprese dal punto di vista archeologico. Giuseppe Cola, del Servizio Glaciologico, descrive la “casuale” scoperta di alcuni massi coppellati lungo le pendici del Monte Confinale.
Ivano Gambarri, Francesco Pace, Nuove segnalazioni di massi coppellati sul Monte Vallecetta
Oltre a quelli di Valfurva, sono stati rinvenuti massi coppellati anche sul Monte Vallecetta in comune di Valdisotto. Francesco Pace e Ivano Gambarri ci descrivono l’interessante scoperta.
Jørgen Giorgio Bosoni, Una proposta di grafia unificata per le varietà linguistiche lombarde: regole di trascrizione
Scrivere il dialetto o in dialetto non è così facile come potrebbe sembrare. Le parlate locali sono ricche di particolarità che la lingua italiana non presenta. Vocali turbate, lunghe e brevi, consonanti mediopalatali, ecc. Esistono varie soluzioni grafiche, tra cui quelle di trascrizione fonetiche, che però risultano particolarmente ostiche al lettore comune. Jørgen Giorgio Bosoni dell’Università di Trondheim propone le regole di trascrizione finalizzate a una grafia comune per chi, a vario titolo, scrive il dialetto.
Stefano Meriana – Marialuisa Carlini, Le ancone di Oga
I due restauratori descrivono e commentano gli interventi di recupero delle due ancone lignee cinquecentesche della chiesa di S. Lorenzo di Oga.